CHI SIAMO

In occasione dei preparativi per organizzare il Pellegrinaggio Mondiale dei Bambini a Lourdes, tenutosi alla fine di Giugno del 2003, nel corso di una delle tante riunioni si è sentita l’esigenza di affrontare un impegno così importante in modo più adeguato, vista la particolarità dei soggetti a cui era dedicato.
Così, a partire dalla fine di Aprile l’Unitalsi ha dato la possibilità di frequentare un corso di formazione e di animazione per i giovani che partecipavano a questa grande avventura, per poter essere pronti ad accogliere e accompagnare i piccoli lungo questo viaggio. Iniziarono, come per gioco, le lezioni: la cosa più bella è stato vedere come circa trenta giovani, provenienti da diverse sottosezioni, abbiano iniziato a lavorare insieme, per un'unica meta "Lourdes Bambini". In questa bellissima atmosfera che ci ha sempre più coinvolti e resi amici è nata questa compagnia, senza grosse aspettative, ma solo la voglia di giocare e crescere insieme a loro. Il nome di questo gruppo è nato per caso da uno di noi che un giorno a Lourdes, preso dall'euforia del momento, ha gridato: noi siamo la "compagnia dei colori", e un bambino gli ha chiesto perché; lui ha risposto: "perché coloriamo la vita".
Da quel momento in poi, cominciando prima tra di noi e poi in pubblico abbiamo deciso di chiamarci così.

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venerdì 6 novembre 2009

Gerusalemme 2009



Non si può raccontare un pellegrinaggio in poche parole ma possiamo cercare di trasmettervi un pezzettino della gioia di quello che abbiamo vissuto.

Siamo andati a Gerusalemme ad accompagnare i Bambini di Pace a visitare i luoghi dove il Vangelo diventa storia ed evento vissuto ma, come ha detto Simona una delle animatrici, sono stati loro che hanno accompagnato noi.
Una delle emozioni che ci porteremo dentro è l'alleluia delle lampadine che abbiamo cantato sull'aereo del ritorno e in aeroporto: “la nostra festa non deve finire e non finirà”. Non era programmato, non era studiato, è nato da solo, partendo da una chiacchierata con Carlotta, una bimba di 4 anni e mezzo e si è allargato a tutto l'aereo.
Che bello vedere i passeggeri che alzavano le mani al ritmo di della canzone per accendere le lampadine e per non volerle far spegnere.
Che bello sapere che pur nelle difficoltà, era più grande la felicità vissuta che tutto il resto.

Il viaggio era iniziato con un ritardo alla partenza di 2 ore che ha incasinato tutta la giornata, una giornata iniziata molto presto, ritrovo alla 6.00 a Malpensa per tutti i pellegrini in partenza dal nord Italia, Merano e Aosta compresi. L'aereo invece di partire alle 8.55 è partito poco dopo le 11.00.
Che fare nel frattempo? Animatori e clown vestiti e truccati, organizzano giochi e canti nella sala di attesa, un po' rumorosi per l'ora e il posto ma tutto sommato il personale sorride e chiude un occhio.
Che ridere poi quando il dott. Calzino deve passare il metal detector e fra i sorrisi della sicurezza è costretto a calare le braghe e a rimanere in mutande perché l'apparecchio continua a suonare. …delle belle mutande fiorite però! Come pure è stato bello vedere le guardie di sicurezza israeliane divertite mentre controllavano il passaporto a dei clown facendogli notare con un sorriso, che sulla foto non c’era il naso rosso e chiedendo chiedere il perché di questa allegra comitiva, farci passare scuotendo allegramente la testa.
Molto le semplici ma efficaci rappresentazioni dei momenti della vita di Gesù, rappresentate con attori vestiti come allora e nei luoghi in cui accaddero realmente i fatti narrati dal Vangelo, come la camminata sulle acque sul lago di Galilea e la pesca miracolosa o l'annunciazione a Nazareth.

Ancor più bella è stata la curiosità dei bambini e l'attenzione che mostravano quando sentivano i racconti del Vangelo fatti da Roberta, la nostra capo pullman, ai nostri piccoli o quando mi hanno chiesto, vedendo la deposizione dalla croce :”ma quello e sangue vero?” “Perché gli hanno fatto male?”
Molto significativo il giro sulle barche ricostruite su un modello simile a quelle realmente usate da Pietro, sul lago di Tiberiade e il fiore gettato da tutti i bambini e i pellegrini per la pace.

Saponetta in motoretta… anche alla sera prima del bacio della buona notte i giochi e le gag hanno accompagnato i bambini e le famiglie.

Un'altra sensazione che ci porteremo sempre con noi è la mano invisibile di Maria che ci accompagnava in quella terra dove per passare da una parte all'altra del muro,sui nostri pullman salivano dei ragazzi o ragazze poco più che maggiorenni, con il mitra a tracolla, a controllare i documenti.

E’ stato un bellissimo pellegrinaggio grazie anche alla forza del personale che ha saputo darsi il cambio e sostenersi a vicenda offrendo sempre un servizio prezioso, aiutando i genitore le famiglie che avevano bisogno di riprendere fiato o di fare quattro chiacchere fra di loro. E qui che si vedeva la forza del gruppo di tutti i pellegrini che hanno voluto vivere insieme questo stupendo pellegrinaggio in un servizio come quello di Bernadette che con la sua gioia interiore e il suo buon senso, serviva la comunità senza rendersene conto.

Ecco alcune testimonianze:
Alessia:” Siamo stati in una terra divisa da tre religioni, in cui ogni angolo nascondeva un segno evidente del passaggio di Cristo.
Dal punto di vista cristiano i luoghi che mi hanno colpito di più sono stati la Chiesa della Natività e il Santo Sepolcro, ma anche gli altri non erano da meno a emozioni.
Il bello del pellegrinaggio è stato viverlo con i bambini perché solo loro, con la loro semplicità, rendevano ancora più magici questi luoghi.
Il momento più significativo, non solo per i bambini, è stata la festa con gli abitanti palestinesi. E' stata una serata unica, sembrava di essere in una favola dove la guerra non sembrava mai esistita, tutti eravamo uguali. Grandi e piccoli, insieme abbiamo ballato, cantato e ci siamo divertiti come qualcuno non faceva da chissà da quanto tempo e i bambini hanno potuto sfogare la loro vivacità liberamente.

Manterrò questa esperienza nel cuore perché ogni secondo vissuto in questo pellegrinaggio ha arricchito non solo la mia fede ma anche la mia vita.
Come ad ogni pellegrinaggio si ritorna sempre a casa con una carica in più, ma non solo, si impara sempre qualcosa di importante.

Dario: “Dopo le esperienze di Gardaland e Lourdes il cammino dei Bambini di Pace” dell’Unitalsi “ci ha portato in Terrasanta, la “Terra Promessa”. Non la tappa conclusiva ma l’inizio di quella dei “Bambini in missione di pace”.
In questa Terra, in un arcobaleno di emozioni, tra cappellini colorati, giochi e danze con i bambini, l’incontro con il Signore sì è fatto più vero che mai.”

La serata di festa a Betlemme è stata un’autentica testimonianza del desiderio di pace che c’è tra i nostri popoli. Giocando tutti insieme, senza bisogno di parlarsi, non si faceva più distinzione tra bambini italiani e bambini palestinesi, tutti vestiti con la stessa maglietta rossa “Unitalsi – Bambini di Pace” mentre giocavano con palloncini colorati e sui volti avevano dipinti i colori della festa.

Ho avuto la gioia di sperimentare diversi anni di esperienza come clown dell’Unitalsi, e a Betlemme ho avuto la conferma che ogni volta che metto il nasino rosso e indosso la maschera da clown, in realtà ho la sensazione di toglierla. Di togliere quella maschera imposta dalla società in cui vivo e dal giudizio di chi mi sta intorno e di essere veramente me stesso, libero di stupirmi e di gioire per i bambini e con i bambini.”

Il dono più grande che ho ricevuto in questi giorni di pellegrinaggio è stato rendermi conto che ogni volta che prendo per mano un bambino per correre a giocare insieme, mi accorgo che in verità è il Signore che mi sta prendendo per mano e che l’incontro più vero con Lui avviene attraverso i più piccoli.”

LE MANI
Prima di partire, un sacerdote ci aveva donato un'immagine di Gesù senza mani e senza piedi, esortandoci a essere, non solo in questo pellegrinaggio, le Sue mani e i Suoi piedi

Cristo non ha mani
ha soltanto le nostre mani
per fare il Suo lavoro oggi…
(Anonimo fiammingo del XIV secolo)

E un’altra delle cose belle di questo pellegrinaggio sono state le mani di una bambina che prende la mia per farsi accompagnare per un piccolo tratto del pellegrinaggio. E' stato un gesto inaspettato che mi ha sorpreso e emozionato e non è stata la sola. Altre mani hanno preso la mia, non solo quelle dei bambini ma anche quelli di tutte le persone che cantando “Prendiamoci per mano, per mano, per mano e un cerchio farem”. Ho pensato che in quei momenti forse stavamo facendo quello che quel sacerdote ci esortava a fare. Dare la mano vuol dire dare fiducia e quella dei bambini, dei genitori e del personale sono ancora con noi e con tutti quelli che hanno ricevuto un dono del genere.

In fine la visita all'orfanotrofio in territorio palestinese “la Créche” di Betlemme, gestito da suor Sophie Buerì dove è iniziata per i bambini, la "missione di pace" facendo quello che sanno fare meglio, giocare con gli altri bambini senza farsi problemi.
Grazie a tutti di questa meravigliosa esperienza, speriamo di avervene portato a casa un pezzettino.

La Compagnia Colori.

1 commento:

  1. ciao,siamo i Consonni(i tanti).
    abbiamo sempre cercato un pellegrinaggio a misura di bambino in Terra Santa,perciò appena visto su Avvenire la pubblicità abbiamo telefonato.
    Le emozioni sono state tantissime.
    Quello che ha colpito maggiormente e che porto nel profondo del cuore è stato il fidarsi dei bambini e dei loro genitori e l'affidarsi a qualcuno che è lì per te,
    il cercarsi per giocare, per andare a fare pipì,il lasciare ad altri il proprio figlio (per la prima volta)e andare 15 minuti in giro soli.Le lacrime di dolore, ma anche di gioia e di riconoscenza.
    Il pregare assieme,il camminare assieme,costruire assieme i segni che ci hanno accompagnato.
    Il Santo Sepolcro ha rappresentato il luogo del massimo dolore dei discepoli di Gesù e lì è stato per me (Loretta) il luogo della condivisione del dolore tra di noi.
    Dolore umano e divino nello stesso tempo.
    Gesù era presente tra noi lì e lo abbiamo incontrato nei volti dei nostri spendidi bambini.

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