CHI SIAMO

In occasione dei preparativi per organizzare il Pellegrinaggio Mondiale dei Bambini a Lourdes, tenutosi alla fine di Giugno del 2003, nel corso di una delle tante riunioni si è sentita l’esigenza di affrontare un impegno così importante in modo più adeguato, vista la particolarità dei soggetti a cui era dedicato.
Così, a partire dalla fine di Aprile l’Unitalsi ha dato la possibilità di frequentare un corso di formazione e di animazione per i giovani che partecipavano a questa grande avventura, per poter essere pronti ad accogliere e accompagnare i piccoli lungo questo viaggio. Iniziarono, come per gioco, le lezioni: la cosa più bella è stato vedere come circa trenta giovani, provenienti da diverse sottosezioni, abbiano iniziato a lavorare insieme, per un'unica meta "Lourdes Bambini". In questa bellissima atmosfera che ci ha sempre più coinvolti e resi amici è nata questa compagnia, senza grosse aspettative, ma solo la voglia di giocare e crescere insieme a loro. Il nome di questo gruppo è nato per caso da uno di noi che un giorno a Lourdes, preso dall'euforia del momento, ha gridato: noi siamo la "compagnia dei colori", e un bambino gli ha chiesto perché; lui ha risposto: "perché coloriamo la vita".
Da quel momento in poi, cominciando prima tra di noi e poi in pubblico abbiamo deciso di chiamarci così.

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martedì 19 luglio 2011

SARAFEST

Anche quest’anno, come lo scorso, i clown della Compagnia dei Colori UNITALSI hanno ficcato il naso (rosso!) nella manifestazione SARAFEST che si è svolta domenica 19 giugno 2011 presso la Parrocchia di Cristo Re in Monza.

Una festa animata e conviviale per parlare di disabilità senza falsi pietismi, per un confronto aperto tra genitori e familiari, educatori e volontari di diverse associazioni -tra cui, appunto, UNITALSI – uniti dal comune intento di stare accanto a persone disabili in modo efficiente e costruttivo, per favorirne la crescita personale e l’instaurazione di una rete di relazioni amicali ed affettive autentiche sul territorio di residenza.

Il Sarafest ha voluto, infatti, essere segno tangibile dell’impegno di tante persone che si sperimentano in attività di volontariato con i disabili per scavalcare la diffidenza, la sofferenza e la fatica che spesso sono corollario della disabilità, ma che non rappresentano l’ultima parola, né possono soffocare risorse di crescita, impegno e solidarietà nel servizio.

Il Sarafest ha voluto, altresì, essere area di confronto e riflessione tra famiglie che accolgono disabili, su temi, problemi, responsabilità e metodo di lavoro, nonché spazio di testimonianza di vita quotidiana con un familiare disabile (soprattutto nel momento del “caffè con l’autore”, attraverso la discussione con libri sulla disabilità).

In questo contesto, i nasi rossi dei clown, dopo aver partecipato con la comunità locale alla S. Messa mattutina, hanno incontrato tanti disabili presenti alla giornata, condividendo con loro, nel clima disteso e gioioso del Sarafest, una conoscenza sincera e cordiale, di apertura e scambio di pensieri ed esperienze di vita, ritrovando, in questo scambio, l’essenza più autentica della Terapia del Sorriso.

Infatti , i nasi rossi e i costumi colorati sono canali esteriori che rendono immediatamente visibili la “diversità “del clown e, dunque, anche nell’ambito del Sarafest, hanno consentito a questi “diversi” ospiti di entrare in sintonia con chi è “diverso” agli occhi della società, il disabile.

Gli abiti, i trucchi e le parrucche hanno favorito risate e curiosità spontanee, naturalmente protese alla conoscenza dell’altro; i sorrisi e i nasi rossi hanno fatto cadere la paura dell’incontro con chi non si conosce; i palloncini colorati hanno creato simpatia immediata ed acuito la fantasia e la creatività dell’incontro.

Così, il Sarafest è divenuto davvero uno spazio di conoscenza reciproca.

Eccone qualche immagine.

Un disabile chiede ad un clown di accompagnarlo a mangiare una fetta di (eccellente) torta casalinga delle volontarie , raccontando, tra un morso e l’altro, di quanto il suo cuore batta per quella ragazza conosciuta l’anno prima al mare.

Una coppia di amiche disabili chiacchiera amabilmente su una panchina a fianco di un clown, in mezzo al vociare allegro di tutti gli ospiti, per raccontare che, sì, quell’amica lì è proprio l’amica del cuore e che la loro amicizia durerà per sempre.

Un bimbetto disabile, che si esprime in modo assolutamente precario e stentoreo, trova risorse per comunicare chiaramente che non vuole separarsi da quel clown così delicato, che ha passato buona parte del pomeriggio accanto a lui, stringendogli le mani e facendolo giocare.

I clown della Compagnia dei Colori già pregustano di continuare l’esperienza ….. all’anno prossimo!!

Dottoressa Chitarrina

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