Anche quest’anno, come lo scorso, i clown della Compagnia dei Colori UNITALSI hanno ficcato il naso (rosso!) nella manifestazione SARAFEST che si è svolta domenica 19 giugno 2011 presso la Parrocchia di Cristo Re in Monza.
Una festa animata e conviviale per parlare di disabilità senza falsi pietismi, per un confronto aperto tra genitori e familiari, educatori e volontari di diverse associazioni -tra cui, appunto, UNITALSI – uniti dal comune intento di stare accanto a persone disabili in modo efficiente e costruttivo, per favorirne la crescita personale e l’instaurazione di una rete di relazioni amicali ed affettive autentiche sul territorio di residenza.
Il Sarafest ha voluto, infatti, essere segno tangibile dell’impegno di tante persone che si sperimentano in attività di volontariato con i disabili per scavalcare la diffidenza, la sofferenza e la fatica che spesso sono corollario della disabilità, ma che non rappresentano l’ultima parola, né possono soffocare risorse di crescita, impegno e solidarietà nel servizio.
Il Sarafest ha voluto, altresì, essere area di confronto e riflessione tra famiglie che accolgono disabili, su temi, problemi, responsabilità e metodo di lavoro, nonché spazio di testimonianza di vita quotidiana con un familiare disabile (soprattutto nel momento del “caffè con l’autore”, attraverso la discussione con libri sulla disabilità).
In questo contesto, i nasi rossi dei clown, dopo aver partecipato con la comunità locale alla S. Messa mattutina, hanno incontrato tanti disabili presenti alla giornata, condividendo con loro, nel clima disteso e gioioso del Sarafest, una conoscenza sincera e cordiale, di apertura e scambio di pensieri ed esperienze di vita, ritrovando, in questo scambio, l’essenza più autentica della Terapia del Sorriso.
Infatti , i nasi rossi e i costumi colorati sono canali esteriori che rendono immediatamente visibili la “diversità “del clown e, dunque, anche nell’ambito del Sarafest, hanno consentito a questi “diversi” ospiti di entrare in sintonia con chi è “diverso” agli occhi della società, il disabile.
Gli abiti, i trucchi e le parrucche hanno favorito risate e curiosità spontanee, naturalmente protese alla conoscenza dell’altro; i sorrisi e i nasi rossi hanno fatto cadere la paura dell’incontro con chi non si conosce; i palloncini colorati hanno creato simpatia immediata ed acuito la fantasia e la creatività dell’incontro.
Così, il Sarafest è divenuto davvero uno spazio di conoscenza reciproca.
Eccone qualche immagine.
Un disabile chiede ad un clown di accompagnarlo a mangiare una fetta di (eccellente) torta casalinga delle volontarie , raccontando, tra un morso e l’altro, di quanto il suo cuore batta per quella ragazza conosciuta l’anno prima al mare.
Una coppia di amiche disabili chiacchiera amabilmente su una panchina a fianco di un clown, in mezzo al vociare allegro di tutti gli ospiti, per raccontare che, sì, quell’amica lì è proprio l’amica del cuore e che la loro amicizia durerà per sempre.
Un bimbetto disabile, che si esprime in modo assolutamente precario e stentoreo, trova risorse per comunicare chiaramente che non vuole separarsi da quel clown così delicato, che ha passato buona parte del pomeriggio accanto a lui, stringendogli le mani e facendolo giocare.
I clown della Compagnia dei Colori già pregustano di continuare l’esperienza ….. all’anno prossimo!!
Dottoressa Chitarrina
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