CHI SIAMO

In occasione dei preparativi per organizzare il Pellegrinaggio Mondiale dei Bambini a Lourdes, tenutosi alla fine di Giugno del 2003, nel corso di una delle tante riunioni si è sentita l’esigenza di affrontare un impegno così importante in modo più adeguato, vista la particolarità dei soggetti a cui era dedicato.
Così, a partire dalla fine di Aprile l’Unitalsi ha dato la possibilità di frequentare un corso di formazione e di animazione per i giovani che partecipavano a questa grande avventura, per poter essere pronti ad accogliere e accompagnare i piccoli lungo questo viaggio. Iniziarono, come per gioco, le lezioni: la cosa più bella è stato vedere come circa trenta giovani, provenienti da diverse sottosezioni, abbiano iniziato a lavorare insieme, per un'unica meta "Lourdes Bambini". In questa bellissima atmosfera che ci ha sempre più coinvolti e resi amici è nata questa compagnia, senza grosse aspettative, ma solo la voglia di giocare e crescere insieme a loro. Il nome di questo gruppo è nato per caso da uno di noi che un giorno a Lourdes, preso dall'euforia del momento, ha gridato: noi siamo la "compagnia dei colori", e un bambino gli ha chiesto perché; lui ha risposto: "perché coloriamo la vita".
Da quel momento in poi, cominciando prima tra di noi e poi in pubblico abbiamo deciso di chiamarci così.

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mercoledì 2 novembre 2011

ARTICOLO - PELLEGRINAGGIO NAZIONALE LOURDES N1

Ritornata da una delle esperienze emotivamente più coinvolgenti mai provate, il Pellegrinaggio Nazionale a Lourdes di settembre 2011, tenterò di delineare gli innumerevoli stati d’animo provati (non solo da me!) singolarmente, perché pensando ad una parola sintetizzante sono riuscita solo a definirli “indescrivibili”.

INDECISIONE

Poco più di un mese prima della partenza, la Compagnia Colori, il gruppo unitalsiano della Sottosezione di Monza dedicato ai bambini, è venuta a conoscenza della possibilità di animare il Pellegrinaggio Nazionale, fino ad allora rivolto principalmente agli adulti. Il tempo per organizzare le attività ludiche, creative e di preghiera non era quindi molto, ma soprattutto la decisione di partire andava presa velocemente. Sarebbe stata la mia prima esperienza di full-immersion nel volontariato, una settimana sembrava decisamente lunga, specialmente nel luogo sacro “di speranza” per eccellenza.

Tuttavia, armata di coraggio e di voglia di stare a contatto con le persone, ho deciso di affrontare il Pellegrinaggio.

AGITAZIONE

Dopo oltre due settimane di preparativi (riunioni serali quotidiane per preparare 57 scatoloni di materiale!), è giunto il momento della partenza, sabato 24 settembre.

Nessuno di noi sapeva quanti bambini avremmo incontrato e se le nostre forze sarebbero bastate, essendo in soli cinque volontari. Anche se gli altri non mostravano segni di preoccupazione, la mia tensione era tangibile, come dimostrato dalle mie mani fredde e sudate per ore.

ENTUSIASMO

Tuttavia l’arrivo a Lourdes ha imposto un blocco ai pensieri, perché c’era moltissimo da sistemare ed organizzare, ad iniziare dalla grande tenda di fronte alla Grotta che abbiamo utilizzato come base per i giochi e i laboratori. Occorreva quindi addobbarla e fissarla in modo che non volasse e che si aprisse solo in punti strategici. Tutto ciò è durato fino a lunedì, giorno dell’arrivo dei treni e degli aerei e, quindi, dell’accoglienza dei pellegrini. Il primo approccio è stato incredibilmente positivo, un sincero trasporto si diffondeva fra gli sguardi e i sorrisi della gente, pronta a vivere il Pellegrinaggio dopo ore ed ore di viaggio.

DIVERTIMENTO

Quest’aspetto potrebbe risultare scontato nell’ambito dei bambini, ma non va sottovalutato, come hanno sottolineato alcuni genitori che non si aspettavano di vedere i propri figli diversamente abili giocare senza distinzione. I bambini stessi hanno stretto legami d’amicizia indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche, luoghi di provenienza ed età, divertendosi insieme in giochi come Colornaso, consistente nel dipingere grossi disegni utilizzando solamente il proprio naso, o Diamantone, una sorta di caccia al tesoro a numerosi “diamanti” nascosti nella Prateria.

CONCENTRAZIONE

Durante le attività “di laboratorio” i bambini hanno prodotto dei piccoli rosari da “una decina” da recitare davanti alla Grotta, dei cuoricini da applicare su una rete da pesca con i propri pensieri rivolti alla Madonna e dei nastri da attaccare ai palloncini, su cui hanno scritto le loro preghiere, che hanno liberato verso il cielo, dopo il Rosario.

Stupefacente l’impegno con cui hanno realizzato tutto ciò, ringraziando o chiedendo aiuto a Maria, con la sensibilità e la semplicità tipiche dei bambini e spesso dimenticate dagli adulti.

CURIOSITÀ

Grazie alla collaborazione di Don Danilo è stato possibile celebrare alcune Messe riservate ai più piccoli, interattive e coinvolgenti, che hanno permesso ai bambini di riflettere sul Vangelo e sulle parole di Gesù. I bambini hanno espresso domande e dato interpretazioni di quanto letto dal sacerdote, partecipando attivamente alla Celebrazione.

Inoltre un ragazzo, Michael, ha ricevuto la Prima Comunione.

COMMOZIONE

La settimana che mi preoccupava tanto è letteralmente volata e il momento dei saluti è arrivato in fretta. Impossibile dimenticare gli abbracci, gli sguardi di tenerezza e le lacrime dei bambini, delle mamme, dei papà e…dei volontari!

EMOZIONE

Questa definizione è stata la più difficile da trovare, forse perché neanche con me stessa ero riuscita a spiegare ciò che ho provato semplicemente sollevando lo sguardo nella Prateria, davanti alla Grotta, nel bosco o in qualunque punto di Lourdes. Tutto evoca un’atmosfera straordinaria, sovrannaturale, sia di giorno che di notte, due momenti che rendono il paesaggio così diverso, ma sempre denso di emozioni, tanto intense quanto quelle che le famiglie mi hanno fatto provare, grazie alle loro confidenze, alla loro gioia, alla loro delicatezza, alla loro disponibilità e alla loro speranza, riposta nella stessa Madonnina a cui i loro figli hanno scritto le proprie preghiere.

Questa definizione racchiude perfettamente tutto ciò che abbiamo vissuto in una settimana che rimane indescrivibile.

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