Eccoci giunti alla fine di un percorso, di un viaggio, al
termine del quale ci siamo ritrovati un po’ più “colorati”.
Ma procediamo con calma. Tutto comincia in un caldo e lontano 9 luglio, se non ricordo male, a Mozzo(Bg), dove una quindicina di coraggiosissimi baldi giovani si sono buttati in questo misterioso corso, forse non completamente consapevoli di quello che li stava aspettando: già, perché non si trattava di un corso come un altro, uno di quelli dove si ascolta, si prende appunti e si torna a casa tali e quali a prima.
Cosa si può dire su questo corso clown? O meglio, come si può descriverlo? Non è un’operazione semplice. Bisognerebbe parlare di tante emozioni, tante esperienze, tanti pensieri che ci hanno travolti con tutta la loro forza, lasciandoci un in balia di questo nuovo piccolo “mondo” apertosi davanti a noi. E questo fiume di pensieri continua a travolgermi ancora adesso che mi accingo a scrivere, e mi spinge a ragionare su quello che ho capito e che ho conservato nella mente e nel cuore circa questa avventura.
Ho capito che non conta dove arrivi, ma cosa hai imparato durante il viaggio.
Ma procediamo con calma. Tutto comincia in un caldo e lontano 9 luglio, se non ricordo male, a Mozzo(Bg), dove una quindicina di coraggiosissimi baldi giovani si sono buttati in questo misterioso corso, forse non completamente consapevoli di quello che li stava aspettando: già, perché non si trattava di un corso come un altro, uno di quelli dove si ascolta, si prende appunti e si torna a casa tali e quali a prima.
Cosa si può dire su questo corso clown? O meglio, come si può descriverlo? Non è un’operazione semplice. Bisognerebbe parlare di tante emozioni, tante esperienze, tanti pensieri che ci hanno travolti con tutta la loro forza, lasciandoci un in balia di questo nuovo piccolo “mondo” apertosi davanti a noi. E questo fiume di pensieri continua a travolgermi ancora adesso che mi accingo a scrivere, e mi spinge a ragionare su quello che ho capito e che ho conservato nella mente e nel cuore circa questa avventura.
Ho capito che non conta dove arrivi, ma cosa hai imparato durante il viaggio.
Ho capito che non serve buttarsi giù per niente, ma che
bisogna apprezzare i piccoli tesori di ogni mondo.
Ho capito che non serve essere i migliori, se poi non ti
accorgi della ruota colorata del mondo.
Ho capito che non serve ostentare, che solo nell’umiltà si trova il sorriso più
sincero.
Ho capito quanto può costare aprirsi con gli altri.
Ho capito che finché c’è determinazione, niente è
irraggiungibile.
Ho capito che in ogni angolo buio c’è sempre un lumino
acceso.
Ho capito che essere sé stessi è il più grande pregio che
una persona possa possedere.
Ho capito la differenza tra stringere e abbracciare, tra
guardare e osservare.
Ho capito che uno sguardo vale più di qualsiasi parola.
Ho capito che un contatto serve molto.
Ho capito almeno in parte cosa conta e cosa no.
Ho capito che un sorriso ricevuto è senza prezzo.
Ho capito che certe lacrime non sono poi così amare.
Ho capito quanto può essere meravigliosamente bella
l’esplosione di colori che è dentro ognuno di noi.
Probabilmente non ho capito tutto, ma son quasi sicura di
quello che ho capito.
Il peso e il valore di questa esperienza sono indicibili, e probabilmente questa forma distratta e contorta di questi miei pensieri non aiuta la comprensione; ma son quasi sicura che, “colorando” queste parole con quello che abbiamo dentro, si riuscirà a intravedere il grande “sorriso” che questa esperienza mi/ci ha lasciato!
Il peso e il valore di questa esperienza sono indicibili, e probabilmente questa forma distratta e contorta di questi miei pensieri non aiuta la comprensione; ma son quasi sicura che, “colorando” queste parole con quello che abbiamo dentro, si riuscirà a intravedere il grande “sorriso” che questa esperienza mi/ci ha lasciato!
Dottoressa Brioscina
(Giulia – 18 anni)
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