CHI SIAMO

In occasione dei preparativi per organizzare il Pellegrinaggio Mondiale dei Bambini a Lourdes, tenutosi alla fine di Giugno del 2003, nel corso di una delle tante riunioni si è sentita l’esigenza di affrontare un impegno così importante in modo più adeguato, vista la particolarità dei soggetti a cui era dedicato.
Così, a partire dalla fine di Aprile l’Unitalsi ha dato la possibilità di frequentare un corso di formazione e di animazione per i giovani che partecipavano a questa grande avventura, per poter essere pronti ad accogliere e accompagnare i piccoli lungo questo viaggio. Iniziarono, come per gioco, le lezioni: la cosa più bella è stato vedere come circa trenta giovani, provenienti da diverse sottosezioni, abbiano iniziato a lavorare insieme, per un'unica meta "Lourdes Bambini". In questa bellissima atmosfera che ci ha sempre più coinvolti e resi amici è nata questa compagnia, senza grosse aspettative, ma solo la voglia di giocare e crescere insieme a loro. Il nome di questo gruppo è nato per caso da uno di noi che un giorno a Lourdes, preso dall'euforia del momento, ha gridato: noi siamo la "compagnia dei colori", e un bambino gli ha chiesto perché; lui ha risposto: "perché coloriamo la vita".
Da quel momento in poi, cominciando prima tra di noi e poi in pubblico abbiamo deciso di chiamarci così.

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venerdì 5 settembre 2014

ED E' SUBITO FESTA PER TUTTI...


È venerdì 13 giugno quando, dopo mesi di trattativa, giunge finalmente l’attesissima fumata bianca: “La Festa per tutti s’ha da fare”. E come in ogni avventura della Compagnia dei Colori, il Capo chiama a rapporto: tutti pronti e carichi per vivere una nuova sfida. Questa volta però il motore che spinge il gruppo non può essere un diesel: il tempo purtroppo stringe e le attività da fare sono molte. Così i baldi volontari della Compagnia si armano di ombrelli e mappe dei comuni limitrofi a Brugarolo e iniziano il volantinaggio, senza tirarsi indietro per le condizioni climatiche sfavorevoli. Nelle sere successive si procede con i preparativi del luogo che ospiterà la festa: pulizia della cucina, del tendone, sistemazione dei tavoli, addobbi, preparazione dell’accoglienza, divisione dei compiti, carico e scarico di viveri e materiali. Per chi li ha vissuti da protagonista, questi preparativi hanno contribuito a unire ancora di più i volontari, rafforzando il gruppo, tanto da permettergli di superare momenti di tensione che non hanno tardato ad arrivare nei giorni di festa, nella baraonda dei lavori da svolgere.
E finalmente arriva il tanto atteso giovedì e la festa ha inizio. I primi protagonisti? Sicuramente i bimbi. Dopo la messa celebrata da don Giovanni e don Angelo, che ringraziamo per la loro partecipazione, la festa si inaugura facendo prendere il volo a tantissimi palloncini colorati. Dopo averli visti volare via, i bambini si sono cimentati nella preparazione della cena con Nicole, e con Stella nella composizione di motivi floreali per arricchire di colori i tavoli. Quanta gioia nei volti dei piccoli mentre cucinavano con le loro mani il cous cous o il tiramisù all’ananas, quanto divertimento e soprattutto quanta soddisfazione nel vedere i propri genitori gustare prelibatezze cucinate con tanto amore e dolcezza.
Dopo la fatica dei preparativi della cena, i bambini si sono goduti un premio speciale: uno spettacolo offerto dal gruppo di Ciccio Pasticcio Band, che può annoverare nel suo staff il clown Burrino, nato nella Compagnia dei Colori. Per i clown e gli animatori le serate non terminavano con la fine del servizio ai tavoli o la fine degli spettacoli serali. Infatti bisognava riordinare e ripulire tutto e, alla fine, c’era il momento di revisione, dove si riordinavano le idee e si tiravano le somme della giornata.
Il venerdì è il giorno della “biciclettata” serale alla scoperta di zone nascoste della “bassa Brianza”. Un particolare da non sottovalutare: la pancia dei nostri preparatissimi ciclisti si è riempita durante il tragitto. Per questo, un grazie di cuore va al gruppo Alpini di Ronco e al circolo Acli di Osnago per il loro generoso supporto. Al rientro, i partecipanti, un po’ infangati, riconosceranno: “Un ottimo percorso, un’originale iniziativa; non avevo mai partecipato ad una biciclettata di questo genere, la proporrò anche al mio paese”. Chi però non ha avuto il coraggio di affrontare l’avventura non è stato lasciato solo: ha potuto gustare un’ottima cena valtellinese (la cucina era comandata da Franco) e in serata ha assistito allo spettacolo della Yuppy Band, cover band di Adriano Celentano, che ha fatto cantare e divertire tutti. Poi è la volta del sabato pomeriggio: sei squadre di calciatori si sono affrontate in un mini torneo, mentre i più piccoli si sono cimentati con l’aiuto dei madonnari nella realizzazione di pitture con i gessetti. In serata la festa è stata ani- mata da un gruppo che ha suonato il liscio, scatenando le danze di tutti, compresi i volontari.
Ma il momento più intenso era alla porte: la domenica il ritrovo è alle 7.30, l’evento che sta per avere inizio è troppo importante per badare all’ora della sveglia. Un po’ d’agitazione si nota nei volti dei volontari: ci sono tante cose da sistemare per l’arrivo del cardinale Dionigi Tettamanzi, ma è il sorriso a prevalere sempre. Molte persone hanno riempito la chiesa, anziani, giovani e, più importanti, i bambini: molte famiglie che ci seguono da anni, provenienti da tutta la Lombardia, ci hanno raggiunto per vivere insieme la messa.
La celebrazione, arricchita dalla gioia dei canti, è stata ricca di emozioni: le parole forti e vive del Cardinale sono risuonate nei cuori e nelle menti ricordando l’importanza di fare volontariato con amore e di affidarsi a Cristo nelle difficoltà, e lodando l’attività capillare e spensierata della Compagnia dei Colori che in Lombardia dona, per l’appunto, amore “di tutti i colori”.
Verso la fine della messa c’è stato il momento dei ringraziamenti. Il primo ringraziamento è giunto a nonna Adele per l’accoglienza e il servizio amorevole. Il secondo momento a sorpresa è stato dedicato al nostro dottor Calzino al quale abbiamo regalato una scatola vuota e un paio di scarpe vecchie. “Allora dott. Calzino, questo è il messaggio: metti nella scatola le cose vecchie che vuoi accantonare; oggi vecchi e nuovi clown e animatori camminano con te per portare amore e colori nel mondo e costruire insieme un luminoso futuro”.
Infine è stato chiesto al Cardinale e ai preti concelebranti di firmare una finestra, simbolo del progetto “Accoglienza famiglie” rivolto a tutte le famiglie dei bimbi che ancor prima del sorriso conoscono, loro malgrado, le sofferenze della malattia. Vuole essere accoglienza gratuita in alloggi vicino agli ospedali pediatrici, è dare il calore di una famiglia laddove la famiglia è lontana, è vivere il gioco al di là della malattia. Piccoli focolari domestici dove trovare non solo un accogliente alloggio, ma anche una rete di solidarietà e di amicizia per la vita. La finestra firmata ha voluto richiamare il Cachot di Bernadette, simbolo di semplicità e purezza ed espressione del grande sogno che si realizza partendo da semplici luoghi domestici.
In serata, a riscaldare gli spiriti dei partecipanti alla festa, un gruppo country con al seguito una scuola di ballo ha dato spettacolo insegnando a tutti, grandi e piccoli, i passi del ballo western.
Perlina e Sgabello hanno pensato che per raccontare la “Festa per tutti” le loro (se pur tante) parole non sono sufficienti, ma servono le “emozioni di tutti” .
Eccole, in risposta alla domanda  “Se ti dico Festa per tutti, tu che cosa pensi?”.
IRENE: “Giorni di duro lavoro per arrivare ad un fine: far passare bellissime giornate nel divertimento alla scoperta anche di nuove cose (il truccabimbi era una cosa bellissima)”.
AMERAL: “Se dovessi trovare una parola per descrivere la Festa per tutti sceglierei positività, un termine semplice, ma che contiene un insieme di significati. Positività è giochi, risate, allegria, balli, festa. Positività è un abbraccio. È un sorriso, uno sguardo, una mano. Positività è colori. Colori diversi che insieme splendono. Sono i colori dell’amore, perché come il cardinale Tettamanzi ci ha ricordato, il colore dell’amore non è il rosso. L’amore è tutti i colori insieme, con ogni sfumatura e intensità. Festa per tutti è positività perché con i colori di ciascuno di noi abbiamo colorato tutte le persone che si sono lasciate avvicinare, abbiamo colorato l’atmosfera, il cielo con i palloncini, e soprattutto abbiamo colorato sogni e progetti. È bastato poco, perché tutto diventa più semplice quando si comprende che ognuno di noi è un insieme di colori. Quando si comprende che ognuno di noi è un dono”.
3 PALLINE: “Fatica, condivisione, allegria, gioco. Penso alla soddisfazione che poi ottieni”.

SGABELLO: “Penso ad una famiglia che lavora unita per un unico scopo: i bambini. E penso al lavoro, al sudore e alla fatica fatti con il sorriso e la preghiera”.

ORECCHIETTA: “La prima cosa che mi viene in mente è il sorriso. Sono stati quattro giorni intensi in cui il lavoro e la fatica ci hanno unito, ma in ogni momento anche quando la fatica si faceva sentire trovavo sempre una persona pronta a farmi tirar fuori un sorriso”.
PIUMETTA: “Ad una festa rivolta a soggetti adulti, bambini, anziani, abili e diversamente abili, donne e uomini di razza e culture e religioni differenti”.
DOCCETTA: “Penso a qualcosa di bellissimo che vorrei ripetere al più presto perché mi sono davvero divertita tantissimo”.
DEBORA: “A una festa dove nessuno è escluso, dove ci si diverte”.

SIMONA: “Bello, gioia, colori, bimbi”.

VESPUCCIA: “Penso ad un luogo pieno di allegria, in cui c’è sempre qualcuno pronto a strapparti un sorriso e a regalarti il calore di un abbraccio”.
PASTICCIO: “Che stanchezza, pane e raccolta differenziata”.
ANDREA: “Lavoro, fatica, sorriso, divertimento, squadra”.
FORCHET: “Penso a condivisione e fatica, ma tanta soddisfazione e gioia”.
SALTERELLA: “Penso a qualcosa di bellissimo che vorrei tanto ripetere l’anno prossimo. Come in ogni uscita Unitalsi c’è un’atmosfera magica e quando ritorno a casa sento che mi manca qualcosa... perché mi mancate tutti voi. Tornata a casa dalla Festa per tutti mi sono scese due lacrime per il dispiacere che fosse finita”.
BRICIOLA: “Festa per tutti: esplosione di vita, è stata il vivere la normalità di un weekend e di un pranzo in compagnia dove il piatto principale era l’allegria e la voglia di divertirsi assieme facendo del bene”.
CHITARRINA: “Festa: generosità”.

MATTEO (l’amico batterista): “Una festa semplice e sentita, contraddistinta da tanta umanità e buoni sentimenti, anche una persona ‘estranea’ come me è stata accolta e benvoluta, come un amico di lunga data. Spero che l’augurio del Cardinale si possa avverare: che i vostri gesti nati nel piccolo delle comunità locali possano fare tanto nel grande della Chiesa”.

GARGAMELLA: “Saper coinvolgere i disabili, i giovani e le famiglie nella realizzazione di un evento è la massima aspirazione di un gruppo di persone impegnate in un’attività di volontariato”.

­­­Quando si dice “farsi prossimo”
La Festa per tutti, che si è svolta a Brugarolo di Merate dal 19 al 22 giugno, è stata un trionfo di servizio generoso e di solidarietà, in pieno stile unitalsiano.
 Proprio di questo vorrei parlare, del senso profondo della Festa per noi volontari e per chi è venuto a condividere salamelle, giochi, musica e preghiera; elementi diversi, ma cementati dalla volontà di “farsi prossimo” che è stato lo scopo della Festa, la manifestazione ideata, sviluppata e realizzata dalla Compagnia dei Colori dell’Unitalsi regionale, che l’ha sostenuta, e con l’appoggio logistico e il patrocinio della Parrocchia e del Comune di Brugarolo, al fine di raccogliere fondi a favore del Progetto bambini dell’Unitalsi nazionale. Il Progetto ha a cuore le famiglie che, per permettere ai loro bambini di ricevere cure mediche adeguate alla necessità, sono costrette a trascorrere periodi di media e lunga degenza lontano da casa. Questo trasferimento, seppure temporaneo, somma alle sofferenze della malattia il disagio di lasciare la propria dimora e i propri familiari, spesso con costi economici difficili da sopportare. Pertanto, il Progetto bambini, grazie anche ai fondi raccolti a Brugarolo, continuerà a offrire alloggio accogliente e gratuito nei pressi degli ospedali pediatrici di Roma, Bari, Genova, Firenze, Milano, Padova e San Giovanni Rotondo, con appoggio logistico e supporto da parte dei volontari dell’Unitalsi che, oltre ad animare le ludoteche dei reparti pediatrici, garantiscono assistenza pratica e sostegno umano.
”Farsi prossimo” è stato anche il servizio all’interno della Festa. Infatti a questo scopo ed in questo spirito i volontari della Compagnia dei Colori (unitamente ad altri amici e volontari del territorio che sempre gratuitamente hanno animato la Festa) hanno dedicato tempo, risorse umane e professionali ed entusiasmo all’organizzazione e poi alla gestione di quelle quattro bellissime giornate.
Il tendone di Brugarolo era colmo di mani attive, di sorrisi, di là della fatica. Ho visto quel tendone farsi casa, impossibile ringraziare e nominare tutti, ricordo la chef Nicole che ha rinunciato alla propria festa di compleanno per cucinare con i bambini il giovedì sera; la fatina del “truccabimbi” davanti a file di bambini in spasmodica attesa di trasformarsi in pirati o in farfalle; i madonnari di Bergamo e l’esperienza artistica che hanno regalato e, non da ultimo, il cardinale Dionigi Tettamanzi che ha celebrato la messa domenicale mostrando anche che cosa significa “stare” in comunità, prestandosi a momenti a sorpresa al termine della liturgia. Nulla dirò sulla sorpresa per nonna Adele e per Dr. Calzino, altrimenti è la volta buona che si emozionano.
 Il “farsi prossimo” è stato, infine, l’accoglienza e lo spirito dello stare insieme nella Festa. Nuclei familiari, bambini e giovani, persone di tutte le età e condizioni, anche con problemi di disabilità, in spirito di festa, hanno condiviso momenti di convivialità, di sport, di gioco, di musica, esprimendo i valori dell’amicizia, della solidarietà, del volontariato. Si può capire, quindi, la scelta del nome “Festa per tutti”.
L’Unitalsi e la Compagnia dei Colori l’hanno realizzata per abbracciare bisogni, contenere persone, coinvolgere ospiti, nella speranza e nell’intento di far sentire tutti “speciali”, perché riteniamo “speciali” per il loro coraggio le persone cui saranno erogati i proventi, “speciali” tutti coloro che sono venuti a trovarci e “speciali” tutte le formichine operose che ho visto lavorare sotto il tendone.


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